Quando: martedì 12 marzo 2019, ore 21.00
Dove: Brescia, SpazioAref, Piazza della Loggia, 11/f
Conversazione sul Arnold Newman a cura di Joe Oppedisano
L'incontro è riservato ai soci NESSUNO[press].
Arnold Newman (1918-2006), famoso fotografo statunitense, ha immortalato grandi artisti e tutti i presidenti americani da Harry Truman in poi, ed è considerato il padre del cosiddetto “ritratto in un ambiente naturale”, anche se lui non accettò mai questa definizione: “Io non voglio fare una foto con alcuni oggetti sullo sfondo. L’impostazione non deve solo integrare la composizione, ma anche “spiegare” la persona. Non importa chi stavo riprendendo, la fotografia doveva essere interessante. Il solo ritratto di una persona famosa non vale niente.” In particolare, il lavoro di Newman è basato sull‘empatia che provava per gli artisti e il loro lavoro: hanno posato per lui Georgia O’Keeffe, Igor Stravinsky e Leonard Bernstein, Piet Mondrian e Max Ernst, Marc Chagall e Pablo Picasso, tra gli altri.
Tra le immagini a colori più note di Newman c’è l’inquietante ritratto del 1963, che mostra l’ex nazista Alfried Krupp, in una delle sue fabbriche. Newton ammise in seguito che i suoi sentimenti personali avevano influenzato il ritratto dell’industriale.
Ispirato dal lavoro di fotografi documentaristi dell’Amministrazione per gli agricoltori poveri (Farm Security Administration), Newman cominciò a scattare delle immagini di strada, a persone comuni, sui portici delle loro case, con la fotocamera presa in prestito da suo zio. “Ho scoperto che le persone nel loro ambiente naturale sono molto più interessanti che nell’atmosfera artificiale dello studio.” disse spiegando la genesi di quello che poi sarebbe diventato il suo marchio di fabbrica, gli “environmental portraits”, che tanto avrebbero influenzato il successivo sviluppo della fotografia.
Joe Oppedisano nasce nel 1954 a Gioiosa Ionica (RC).
A sette anni si trasferisce a New York con la famiglia. Giovanissimo comincia a dedicarsi alla fotografia; nel 1971 si scrive al Queens College di New York e nel 1973 frequenta un corso di fotografia presso la stessa Università. Nello stesso anno frequenta la School of Visual Arts di New York; contemporaneamente approfondisce la sua esperienza professionale lavorando come assistente per alcuni noti fotografi pubblicitari.
Nel 1979 è invitato alla Manifestazione Venezia 79 - La Fotografia come Assistente Tutor ai Workshops.
Nel 1982 torna in Italia e si stabilisce a Milano, collabora con diversi agenzie e case editrici -Rizzoli, Mondadori- realizzando servizi per riviste e numerose campagne pubblicitarie: tra queste per Adidas, Yomo, Pionier, Hitachi, Panasonic, Grundig, KodaK, Apple, Fiat, Alfa Romeo,Campari , R.A.S. American Express.
Parallelamente al lavoro commerciale svolge un'autonoma e continua sperimentazione sull'immagine. Nasce così un linguaggio originale basato su un prolungamento del tempo reale di visione dell'immagine; una tecnica ottenuta da Oppedisano grazie a modifiche da lui studiate e messe in opera sulla sua macchina fotografica –per le sue caratteristiche unica al mondo– in grado di ottenere una fusione tra un fotogramma e un altro.
I risultati di tale incessante ricerca sono stati pubblicati su numerose riviste specializzate, e esposti a numerose mostre in Italia e all'estero.
Le sue immagine sono conservate in varie collezioni private e istituzioni.
Insegna Fotografia al ISIA di Urbino nel Biennio di Specializzazione di Fotografia.