Quando: giovedì 5 maggio alle ore 21,00
Dove: SpazioAref, Piazza Loggia 11/f - Brescia
Paul Polansky, poeta, attivista, scrittore e fotografo statunitense, vincitore nel 2004 del Human Right Avward
presenterà il suo ultimo libro "VOCI DAL CARMINE" accompagnato da
Walter Pescara
ingresso riservato ai soci NESSUNO[press]; è possibile tesserarsi anche prima della serata.
IO SONO UN IMMIGRATO
Nel 1963 quando avevo 21 anni lasciai gli Stati Uniti, la mia terra natia, per diventare un migrante.
In un primo momento pensai di essermene andato a causa della guerra in Vietnam. Dopo aver ricevuto la lettera di arruolamento, feci ricorso per studiare all’estero ed ottenere un anno di rinvio. Solo quando mi ritrovai su una barca (unvecchio cargo di Bilbao diretto da New Orleans a Tarragona, Spagna) capii che non sarei mai piu tornato in America, né per viverci, né per servirla.
Oggi non sono cosi sicuro che il Vietnam fosse l’unica ragione per la quale lasciai l’America. Avevo 16 anni, quando la passione per l’autostop mi condusse in giro per tutti gli Stati Uniti. Il mio primo viaggio fu durante le vacanze di Pasqua. Finite le lezioni del venerdì feci 1.300 kilometri in autostop arrivando in 24 ore da una sorella in Colorado. Il lunedì mattina ritornai a casa appena in tempo per la prima lezione. Ma da quel giorno, ogni volta che mi prendevo una vacanza, lo facevo per lasciare un segno in tutto il paese collezionando decine di migliaia di chilometri.
Quarant’anni più tardi, dopo aver trascorso più di vent’anni alla ricerca dell’albero genealogico della mia famiglia, mi sono imbattuto in centinaia di testimonianze di molti dei miei avi, mai morti nel paese in cui erano nati. infatti, nessuno degli antenati di mia madre di nome Schneller, dal XVI secolo ad oggi, era mai stato sepolto nel suo luogo di nascita.
Sono diventato un immigrato per le stesse ragioni del mio bisnonno materno, che nel 1880 era scappato in Nebraska lasciando la sua colonia tedesca in Ucraina, poichè aveva rifiutato l’arruolamento nell’esercito dello Zar. O forse si trattava di una caratteristica genetica?
Perché le persone migrano? Scappano da qualcosa, o rincorrono qualcosa di migliore?
Molta parte della mia vita è stata dedicata alla raccolta di testimonianze orali delle persone : i senzatetto in America, i veterani della seconda Guerra mondiale, i sopravvissuti dell’Olocausto, gli zingari di 19 paesi d’Europa, le vittime della mafia italiana e ora gli immigrati della città di Brescia nel nord Italia.
E’ certo che, dalla mia esperienza personale ho ricavato un’empatia verso questa gente. Mi riferisco a quando sono finito a Madrid nel 1963, ho affrontato gli stessi problemi che ancora oggi molti immigrati hanno : trovare un posto per vivere, cercare del cibo, un lavoro, una sicurezza e degli amici.
Paul Polansky