Trecento anni fa Johann Sebastian Bach scrive il Clavicembalo ben temperato (1722), l’opera che segna la nascita della musica moderna. I 24 preludi e fughe, composti in tutte le tonalità, organizzano un sistema ordinato dell’infinità di combinazioni armoniche possibili. Il cosiddetto sistema tonale di Bach è chiuso, gerarchico, eppure esso diventa la base di tutto pensiero musicale, in ogni genere, dalla musica barocca all’hip hop.
Ma le regole esistono per essere violate.
L’alterazione, nella teoria musicale, è proprio la sospensione momentanea delle ferree regole del sistema tonale: un diesis o un bemolle cambiano momentaneamente la tonalità, sovvertono i punti di riferimento e ampliano in infiniti modi possibili le possibilità espressive.
La violazione delle regole dunque è uno spazio di libertà, in cui l’infinita varietà dell’individualità creativa può esprimersi. Alterazione è lo spazio che si determina
nella relazione dialettica tra genio creativo e forme precostituite, come tra individuo e strutture sociali. Questo conflitto nel contemporaneo raggiunge il suo apogeo: le strutture formali vengono messe costantemente in discussione, ibridate, reinterpretate, capovolte, derise. Alterate, appunto.
La fotografia è dalla sua nascita un campo in cui questo conflitto si esprime alla sua
massima potenza. Arte che nasce dalla tecnica, ideologicamente costretta, in qualche modo, a una positivistica aderenza alla realtà, essa in realtà non solo interpreta il mondo, ma lo modifica, lo trasforma, lo altera. Lo sviluppo tecnologico è il diesis della tecnica fotografica. Dalla fotografia analogica a quella digitale, dal collodio umido all’intelligenza artificiale, dalla pellicola alla realtà aumentata, la fotografia è ontologicamente un’arte di sperimentazione. Ed oggi è un ponte che crea connessioni con altre arti, in una progressione geometrica di combinazioni, con l’obiettivo di creare sotto il proprio sguardo mondi alternativi, artificiali, costruiti, scomposti e ricombinati. Lo sguardo comprende la realtà solo nel momento in cui la altera, ampliando a dismisura le sue innumerevoli letture.
(Arianna Catania, Direttore Gibellina Photoroad)
Three hundred years ago, Johann Sebastian Bach wrote The Well-Tempered Clavier (1722), a work that signaled the birth of modern music. The 24 preludes and fugues, one composed in every key, create an ordered system of the endless possible harmonic combinations. Bach’s so-called tonal system is closed, hierarchical, and yet forms the basis of all musical thought, in every genre from Baroque to hip-hop.
But rules are there to be broken.
Alteration, in music theory, is the temporary suspension of the strict rules of the tonal system: a sharp or a flat momentarily changes the key, subverts the points of reference and expands the expressive possibilities in infinite ways.
The breaking of rules is therefore a space of freedom, in which the infinite varieties of creative individuality can express themselves. Alteration is the space that is determined in the dialectic relationship between creative genius and pre-conceived forms, as well as between individuals and social structures. This conflict in the present day reaches its apogee: formal structures are constantly brought into question, hybridised, reinterpreted, inverted, derided. Indeed, altered.
Since its inception, photography has been a field in which this conflict expresses itself to the maximum. Art that arises from technology, ideologically bound, in some way, to a positivist adherence to reality, in practice not only interprets the world, but modifies, transforms, alters it. Technological development is the equivalent of sharpening a musical note for photographic technique. From analogue photography to digital photography, from wet plate collodion to artificial intelligence, from film to augmented reality, photography is ontologically speaking an art of experimentation. And today it is a bridge that creates connections with other artforms, in a geometric progression of combinations, with the aim of creating under its own gaze alternative, artificial, constructed, disjointed and re-arranged worlds. The gaze understands reality only in the moment in which it alters it, dramatically expanding its innumerable interpretations.
(Arianna Catania, Director Gibellina Photoroad)